di Robert Icke e Duncan Macmillan
Il finale dell’ultimo romanzo di George Orwell, 1984, è notoriamente cupo. “Se vuoi un’immagine del futuro”, viene detto a Winston, “pensa a uno stivale sopra un volto umano, per sempre”. Seduto in un caffè, sconfitto, ubriaco e in attesa di una pallottola, Winston ora ama il suo oppressore. Winston ama il Grande Fratello. Come tutti sappiamo, questa è la fine del romanzo.
Solo che non lo è.
Dopo la parola “FINE”, infatti, c’è un’appendice, “I principi della neolingua”, che normalmente molti dei lettori del romanzo saltano del tutto. L’American Book-of-the-Month Club, nelle trattative per pubblicare la prima edizione americana del romanzo, chiese a Orwell di tagliare l’Appendice (insieme a gran parte delle citazioni del libro di Goldstein) prima della stampa. “Non sono assolutamente d’accordo”, scrisse Orwell al suo agente statunitense nel 1949. “Altererebbe l’intero sapore del libro e tralascerebbe un elemento imprescindibile. Inoltre, anche se gli intenditori, dopo aver letto le parti che propongono di tagliare, non dovessero gradirle, ciò renderebbe la storia incomprensibile.” Orwell rischiava di perdere almeno 40.000 sterline di vendite negli USA. Ma, per lui, è chiaro che l’Appendice fosse essenziale per comprendere la storia.
Giunto alla fine del romanzo, però, il lettore dovrebbe già conoscere l’Appendice. Alla prima menzione della Neolingua (a pagina quattro o cinque nella maggior parte delle edizioni) c’è, infatti, l’unica nota a piè di pagina dell’intero romanzo:
1. La neolingua era la lingua ufficiale dell’Oceania.
Per un resoconto della sua struttura ed etimologia vedi Appendice.
Un lettore attento potrebbe accorgersi che della Neolingua, stranamente, si parla al passato. Potrebbe accogliere l’invito a leggere l’Appendice prima di continuare la lettura. O potrebbe riflettere sul fatto che la narrativa, di solito, non ha note a piè di pagina né appendici.
L’appendice è finzione che vuole essere realtà. Scritta in un periodo di molto successivo al 1984 (anno in cui è ambientato il romanzo), in un’epoca in cui il Partito sembra essere caduto, getta nuova luce sul testo che la precede.
È scritta in “Vecchia Lingua”, la nostra lingua, che avrebbe già dovuto essere stata superata, e tratta della “versione finale e perfezionata” della Neolingua “per come pubblicata nell’undicesima edizione del Newspeak Dictionary. Nel 1984 in cui è ambientato il romanzo, l’uscita “la decima edizione” è prevista fra vari mesi e non esiste ancora. L’appendice si riferisce a Shakespeare, Milton, Swift e Dickens e cita a lungo la Dichiarazione di Indipendenza (quest’ultima è particolarmente improbabile che sia sopravvissuta alla censura del Partito). Conclude dicendoci che “… l’adozione finale della Neolingua era stata fissata intorno al 2050”, rafforzando e chiarendo il motivo stesso della sua presenza: che l’adozione finale della Neolingua non è mai avvenuta, e i suoi principi erano talmente obsoleti da necessitare – ora, nel 2050 – di un’appendice esplicativa. L’ultima parola dell’appendice (e del romanzo, di conseguenza) è “2050”.
O’Brien dice a Winston Smith che sarà “spazzato via dal flusso della storia”. Eppure, eccolo lì, nominato ancora una volta, disinvoltamente, nell’Appendice, in cui è indicato il nome dell’Archivio “in cui lavorava Winston Smith”. Non sappiamo come e perché, ma Winston Smith è sopravvissuto, ed anche entrato nella storia.
Ma se questa Appendice è scritta da qualcuno che ha letto il romanzo nel futuro, e ha aggiunto tali commenti storici sulla lingua, cos’è il romanzo nel mondo di chi l’ha letto? È un file su Winston nell’archivio, che è sopravvissuto al futuro post-Partito?
Qualcosa che non è entrato nel trituratore o nella fornace prima che gli archivi venissero presi d’assalto? O ha qualcosa a che fare con il diario di Winston? Non sappiamo bene se fidarci. Sappiamo certamente che il Partito controllava tutti i file da archiviare. Come ha fatto a sopravvivere questo “racconto” della vita di Winston?
Secondo gli eredi Orwell, il nostro è il primo tentativo di rendere l’Appendice drammatizzata. L’abbiamo sempre considerata “imprescindibile”: dato l’interesse del romanzo per documenti e registrazioni e il loro rapporto con la verità, l’Appendice complica notevolmente il romanzo che la precede. Trattare l’Appendice di Orwell come imprescindibile rende il romanzo stesso molto più personale e complesso di una semplice distopia futuristica e cupa: nel finale, amplia notevolmente la forma della storia e rivolge le domande chiave direttamente al lettore.
Puoi fidarti delle prove?
Come fai a sapere cos’è la verità?
E dove e in che tempo sei tu, lettore, in questo momento?
R.I. e D.M.
Settembre 2050